e se mio figlio prende freddo in piscina?

Una delle preoccupazioni dei genitori quando portano i loro bimbi in piscina è il problema del freddo, degli sbalzi di temperatura, soprattutto nei mesi invernali.

In effetti in qualsiasi piscina portiate vostro figlio, date per scontato che ci saranno dei momenti in cui percepirà del freddo, anche se si tratta di una piscina termale …anzi, più calda è l’acqua e maggiore sarà la percezione di freddo che percepirà quando esce.

Il nostro corpo ha una temperatura media che si aggira sui 36/37 gradi per cui, quando il corpo è bagnato e non protetto da indumenti, è normale che percepisca freddo quando si trova in un ambiente con temperature inferiori.
Se invece il corpo è ben asciutto, anche se poco vestito, può stare tranquillamente a temperature di 24/28 gradi senza percepire freddo.

Oltre questa temperatura invece, pur essendo inferiore al corpo, a seconda dell’umidità dell’ambiente, la percezione arriva addirittura essere di “troppo caldo”… basta pensare alle temperature estive. Se c’è della corrente d’ aria, come quando l’ ambiente è ventilato o si passa da zone con temperature diverse, la percezione della temperatura si abbassa e l’aria sembra più fredda.

In qualsiasi ambiente in cui viviamo troveremo delle differenze termiche, basta pensare alle temperature dentro o fuori casa, soprattutto in inverno.

Il nostro corpo è dotato di un sistema di adattamento omeostatico che ci permette, entro certi limiti, di adeguarci a queste differenze termiche.

Inoltre l’uomo, per proteggersi meglio e per mantenere con più facilità la propria temperatura corporea, ha creato indumenti di diverse consistenze e, soprattutto nell’ ultimo secolo, dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento che ci permettono di stare, per la maggior parte del tempo, a temperature costanti, indipendentemente dalle variazioni giornaliere o stagionali. Se da una parte questo ha reso più facile e piacevole la nostra permanenza in ambienti interni, dall’ altra ci ha indeboliti perché ha ridotto i nostri sistemi di adattamento omeostatici, troppo poco stimolati ed allenati.

In realtà le esposizioni al freddo (entro certi limiti) come quando si va in piscina d’ inverno, stimolano i processi di termoregolazione e aiutano i bambini a combattere meglio i malanni di stagione.

Come sostiene il dott. Tortorella (su un articolo su Bimbi Parma):
La piscina potrebbe addirittura essere un toccasana: l’ ambiente umido infatti favorisce l’ idratazione delle vie aeree, anche in caso di leggero raffreddore o di tosse leggera.”

L’ importante è fare attenzione che lo stimolo del freddo non sia troppo forte e che il bambino lo possa reggere, soprattutto se è piccolo.

L’intensità dello stimolo dipende principalmente da due fattori: la temperatura dell’ambiente e il tempo di esposizione a tale temperatura. Rimanere per qualche minuto in un ambiente a basse temperature, senza la protezione di indumenti adeguati, non può crearci alcun disturbo (anzi!) , viceversa rimanere per tempi prolungati in temperature leggermente più basse ma che non riusciamo a contrastare nel tempo, può creare dei problemi.

Per esempio se la temperatura dell’acqua è tra i 29°/30° ed il bambino ha meno di 2 anni sarebbe utile non superare i 30 min. di permanenza in acqua; se la temperatura è oltre i 32/33 gradi può stare tranquillamente in acqua 40 min. o più, sempre a condizione che faccia movimento.

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE PER EVITARE RAFFREDDAMENTI IN PISCINA.

Per per far sì che il freddo pecepito non si trasformi in un reale raffreddamento del corpo con problematiche per la salute è importante adottare degli IMPORTANTI ACCORGIMENTI:

  • Prima di iniziare l’attività in piscina chiedete consiglio al medico (anche se non è più obbligatorio il certificato) sul fatto che vostro figlio non abbia delle problematiche per cui non è consigliato portarlo in acqua (ad es. otiti, bronchiti ripetute, alveolite…)
  • Portate il bambino in piscina solo se sta bene: se sospettate che stia covando qualcosa meglio evitare e aspettate che sia guarito del tutto prima di riprendere;
  • Evitate di portare il bambino in piscina a digiuno da troppo tempo: per contrastare il freddo il corpo ha bisogno di avere energia disponibile;
  • Vestite il bambino a cipolla e spogliatelo gradualmente nei diversi ambienti (entrata, spogliatoi, piano vasca) per dargli il tempo di ambientarsi;
  • Se il bambino soffre tanto il freddo fatelo entrare in acqua con una maglietta o con una mutina termica;
  • Fate uscire il bambino dall’acqua se inizia a tremare (questo può essere dovuto al fatto che ad es. si è mosso troppo poco o che magari sta covando qualche malattia ed il suo sistema è indebolito);
  • All’uscita dall’ acqua avvolgetelo subito in un accappatoio asciutto ed eventualmente, se è molto piccolo, utilizzare sopra anche una copertina in pile.
  • Se la temperatura dell’ acqua è di 32°/33°, l’ ideale sarebbe che la temperatura dell’aria a bordo vasca fosse tra i 28°/29° (al di sopra creerebbe problemi agli insegnanti che lavorano fuori dall’ acqua), negli spogliatoi tra i 23°/26°, in entrata tra i 20°/22°…proprio per permettere un passaggio graduale all’ambiente esterno.E’ inevitabile che nel passaggio tra un’ ambiente e l’altro (che generalmente dura pochi secondi)  si percepisca una leggera corrente d’ aria ma si tratta veramente di tempo brevissimo.

  • All’ uscita dalla piscina fategli subito una doccia calda (con cui può acquisire calore) e asciugatelo con un asciugamano possibilmente asciutto (sempre se il bambino è molto piccolo meglio portarne uno di ricambio);

  • Asciugate del tutto i capelli con il phon e asciugate anche le orecchie (ev appoggiando un rotolino di carta igienica che assorba l’acqua depositata nel condotto uditivo esterno); asciugate bene anche la zona inguinale, ascellare e i piedi, soprattutto lo spazio tra le dita per evitare micosi;

  • Rivestire sempre a strati il bambino con indumenti più leggeri in spogliatoio, un po’ più pesanti in entrata e indossategli il giubbotto solo l’attimo prima di uscire all’aperto.

VIRUS E BATTERI.

Al di là di adottare tutte le indicazioni per prevenire il raffreddamento considerate che la maggior parte delle malattie invernali è causata da virus e batteri.

E’ inevitabile che in un ambiente frequentato da più bambini (come ad es. negli asili nido e nelle scuole) ci siano maggiori probabilità che il bambino ne venga a contatto e, se il suo sistema immunitario non è sufficientemente allenato, sarà probabile che contragga la malattia.

prendere freddo in piscina

D’altronde non esistono scappatoie: perché il sistema immunitario si alleni gli si deve permettere di venir a contatto con i vari agenti patogeni …una volta capito il sistema per difendersi si ammalerà sempre di meno e guarirà sempre più efficacemente.

Il modo migliore per allenare il sistema immunitario di un bimbo molto piccolo (0/3 anni) è di farlo entrare a contatto con gradualità con questi stimoli esterni e dargli il tempo di trovare le risorse per guarire.

La piscina, con una frequenza di una volta la settimana (per soli 40 min.) e con gruppi ridotti di bambini, rappresenta una situazione ideale per allenare il suo sistema immunitario, (sempre a condizione che lo si porti solo se sta bene) e lo prepararlo poi ad affrontare il contatto diretto con molti bambini, per molte ore al giorno, come succederà quando andrà a scuola dell’infanzia.

Se però un genitore, nonostante tutte le precauzioni che si possono adottare, è molto preoccupato per i “colpi di freddo” e va in ansia se il bambino dopo la piscina prende il raffreddore, consiglio di rinviare l’iscrizione in piscina a quando si sentirà più tranquillo.

Le ansie dei genitori per la salute dei figli tendono a stressare maggiormente i bambini e ad innescare dei circuiti viziosi, facendoli ammalare di più…quindi  meglio aspettare che diventino più grandi!

BENEFICI ATTIVITA’ IN PISCINA

Dispiacerebbe però che la paura del freddo facesse rinunciare agli innumerevoli benefici dell’ attività in piscina:

  • Rafforzamento dell’apparato muscolare, osteoarticolare, circolatorio e respiratorio;
  • Prevenzione dell’obesità;
  • Miglioramento delle capacità coordinative, motorie (non solo acquatiche), cognitive, sociali e relazionali;
  • Prevenzione dell’annegamento.

…e che la paura dei genitori delle malattie impedisse loro, ogni tanto, di ammalarsi e di allenare il loro sistema immunitario, che si porteranno con sé a vita!

Ovviamente vale sempre la regola del buon senso e di chiedere consiglio al proprio pediatra se si hanno dei dubbi sullo stato di salute del proprio figlio!

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