caratteristiche insegnante di nuoto neonatale

Essere o diventare un insegnante di acquaticità non è per tutti, non è scontato e ha bisogno di un insieme di caratteristiche ben precise. Contro intuitivamente a ciò che si può pensare, le competenze di un insegnante di nuoto bimbi da 0 a 5 anni, sono diverse rispetto quelle per l’insegnamento della scuola nuoto.

La scuola nuoto infatti richiede capacità tecniche di insegnamento degli stili, viceversa soprattutto nella fascia 0/3 anni i bambini non sono ancora pronti ad imparare questi ultimi, ma posso imparare a nuotare a cagnolino. Il cagnolino però è un movimento spontaneo, quindi tutto il lavoro, più che a livello tecnico di stili, sarà di motivazione sul bambino affinché si sposti da una parte all’altra della vasca, in modo spontaneo, con sempre meno sostegno.

La parte più tecnica, dunque, sarà quella della progressione degli attrezzi per portare presto questi bambini a nuotare da soli, fondamentale affinché ciò accada è l’utilizzo delle Magic Air Belts. Tutte le informazioni sulla progressione degli attrezzi per insegnare ai bambini a nuotare vengono affrontate nel secondo weekend di formazione nuoto bimbi di BimbiPiù.

Vediamo adesso quelle che sono le caratteristiche principali dell’insegnante/istruttore per insegnare a nuotare ai bambini, nella fascia da 0 a 5 anni:

1. Appassionato per le attività acquatiche e per il mondo dei bambini

La passione prima di tutto, se uno lo fa solo integrare qualche ora di insegnamento, ma non ha la passione per questa attività, dopo un po’ i genitori lo sentono, lo percepiscono. Allo stesso modo, o i bambini piacciono e si sa come rapportarsi al loro mondo, oppure non si riesce a coinvolgerli

2. Buona conoscenza dei bambini in età evolutiva

Se non si conosce il mondo dei bambini in questa tenera e delicata fascia d’età, si rischia di dare suggerimenti sbagliati e creare imprinting negativi, per cui ci vuole della buona formazione specifica per la fascia da 0 a 3 anni.

3. Animatore: capacità di coinvolgere il singolo bambino e il gruppo giocando

Prima che insegnanti, bisogna essere animatori: con i bambini o li ‘animi’ o niente. Non si insegna ai bambini, “loro sanno già” ti dicono, i bambini li fai giocare, li coinvolgi, ma non pensare di andare lì a pensare di insegnare a un bambino come si fa una cosa, soprattutto in questa fascia d’età. Bisogna creare il contesto e far sì che il bambino sia invogliato a scegliere spontaneamente di fare quelle cose. Sennò non si ottiene nessun risultato.

Se un insegnante non è in grado di mettersi a giocare terra-a-terra con i bambini, tantomeno lo faranno i genitori. E su un genitore non gioca con il bambino in acqua, il bambino non segue.

4. Capacità empatiche e di problem solving

Capacità di mettersi nei panni del bambino, capire il suo stato emozionale.

Tantissimi degli errori che vengono fatti nei corsi di acquaticità si sarebbero potuti prevenire se l’insegnante si fosse chiesto “ma sta davvero bene questo bambino facendo questa cosa?”

Capacità di capire e comprendere il suo stato emozionale e di intuire quindi le strategie più adeguate per aiutarlo a superare le difficoltà.

Mentre nella scuola nuoto le difficoltà sono tecniche con i bambini da 0 a 3 anni, le difficoltà sono relazionali. Non è un problema ‘devi muoverti in un modo anziché nell’altro e vedo come fare’. Il problema è: o ti coinvolgo, ti rendo partecipe e ti faccio muovere divertendoti, altrimenti il bambino si blocca.

5. Saper insegnare bene

Spiegare verbalmente in modo chiaro e sintetico, usando bene l’aspetto verbale e non verbale. Far vedere ai bambini e ai genitori l’esercizio corretto e saper dare i giusti suggerimenti per migliorare l’esecuzione degli esercizi.

6. Buona capacità di relazionarsi con i genitori e di coinvolgerli

Dobbiamo partire dall’idea che le nostre conoscenze le mettiamo a disposizione dei genitori e dei bambini, ma dobbiamo lasciarli liberi di scegliere se prenderle o lasciarle lì. Se non le prendono, o le prendono nel modo sbagliato, il nostro compito come insegnanti è di spiegare che cosa comporta un comportamento diverso da quello che stiamo suggerendo, quali rischi corre, ma lasciandogli la piena libertà di scegliere. Senza però innervosirci o ‘escludere’ perché non sta facendo esattamente quello che vogliamo noi. Dobbiamo accettare anche che il genitore passi attraverso i suoi errori personali.

7. In continua formazione

Se dopo un corso di formazione, non ci si confronta, non si lavora sulla supervisione, non si fanno altri corsi magari non necessariamente prettamente sull’acqua, ma sul mondo dei bambini. La passione, cala. Perché la passione rimanga alta, c’è bisogno di crescere continuamente. Sennò anche noi, ci annoiamo. Per cui la formazione è più importante per noi insegnanti, che per i nostri bambini, perché ci permette di andare sempre a lavoro con entusiasmo, senza correre il rischio di adagiarsi.

8. Capacità di organizzare e programmare le lezioni

Capacità di organizzare e programmare (anticipatamente) le singole lezioni e il corso. Altrimenti dopo un po’ le lezioni diventano tutte uguali. Fatte una volta poi sono sempre quelle, lo sforzo iniziale è molto, ma una volta fatto rimane quello lo schema. Comporta poi anche meno dispendio di energia, più difficile all’inizio ma poi diventa semplice. A bordo vasca poi portare il proprio schema in modo tale che poi non sfugga niente e non venga lasciato tutto all’improvvisazione e nel rischio di ripetere sempre più o meno le stesse lezioni.

9. Rispettoso della struttura e della società che gestisce

Quando si lavora in una piscina è importante rispettarne le regole e porsi in un atteggiamento a tutela della struttura stessa. Se si sentono delle lamentele da parte degli utenti, è importante fare il possibile perché vengano migliorate, ma senza criticare i gestori di fronte ai cliente.

10. Brevetto

Se si lavora in una società sportiva per poter beneficiare dei requisiti previsti per le associazioni o società sportive è necessario che l’operatore sia in possesso o di una laurea in scienze motorie, o di un brevetto rilasciato da un ente riconosciuto dal coni. Il brevetto che BimbiPiù rilascia con il terzo livello 0/3 anni e 3/6 anni, rientra tra questi.

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