come introdurre il nuoto nei bambini

Nelle sessioni di baby nuoto, è comune presentare l’opportunità delle immersioni ai neonati. In questo articolo, esploreremo come farlo in modo sicuro, evitando situazioni spiacevoli per il bambino. Discuteremo fino a quando è appropriato condurre immersioni guidate da genitori e istruttori e quando è il momento di passare alle immersioni spontanee. Inoltre, esamineremo la progressione didattica. Prima di tutto, spiegheremo l’importanza di includere le immersioni nei corsi di acquaticità per neonati da 0 a 3 anni.

Perché far fare le immersioni ai bambini fin da piccoli

L’immersione rappresenta il primo passo per permettere al bambino di muoversi con agilità in acqua e di garantirsi autonomamente la sicurezza, raggiungendo un bordo o un punto di appoggio in caso di necessità.

Questo è particolarmente significativo quando il bambino è ancora molto piccolo, poiché conserva vividamente il ricordo dell’esperienza intrauterina in cui era completamente immerso nell’acqua.

Nei primi mesi di vita, il bambino dispone di un riflesso automatico che impedisce all’acqua di entrare nei suoi polmoni quando affonda il viso. Avviando l’attività in piscina prima dei 8/10 mesi, è più semplice riattivare questo riflesso.

In questo periodo, il bambino è altamente sensibile alle emozioni del genitore. Se il genitore presenta l’idea delle immersioni con entusiasmo, il bambino percepirà questa emozione e la assocerà positivamente all’esperienza.

Come proporre le immersioni e cosa evitare

Le immersioni non dovrebbero mai essere un semplice esercizio meccanico in cui il genitore immerge il bambino e lo fa risalire senza coinvolgerlo emotivamente. Questo approccio non solo è inefficace ma può infastidire il bambino e causare il rifiuto di immergersi.

Le immersioni devono essere sempre presentate in modo giocoso, come un mezzo per avvicinarsi al divertimento, seguendo una progressione didattica adeguata.  

Immersioni guidate vs immersioni spontanee

Con il passare dei mesi e l’acquisizione di maggiore autonomia, soprattutto dopo i 10/12 mesi di età, i bambini spesso desiderano essere protagonisti delle loro immersioni. Non vogliono più che sia il genitore a immergerli, ma vogliono prendere l’iniziativa e scegliere quando e come andare sott’acqua. Per loro, le immersioni diventano una conseguenza naturale di gesti motori scelti autonomamente, come scivolare, tuffarsi o spostarsi da una zona all’altra.

I bambini che iniziano l’attività in piscina dopo il primo anno di vita possono richiedere più tempo prima di sentirsi a proprio agio nell’immergersi. È probabile che accettino le immersioni solo dopo aver imparato a muoversi autonomamente in acqua, anche se non toccano il fondo, mantenendo la testa sopra l’acqua. Quando si sentono sicuri di poter uscire dall’acqua da soli in modo spontaneo, inizieranno a esplorare anche l’esperienza di andare sott’acqua.

Ecco perché è così vantaggioso iniziare a introdurre le immersioni fin dai primi mesi di vita del bambino, in modo che si abituino gradualmente a sentirsi a proprio agio sott’acqua sin da piccoli.

Come far fare le immersioni ai bambini: la progressione didattica

Vediamo ora a livello pratico come proporre le immersioni fino ai 12 mesi, in quanto dall’anno in poi saranno immersioni spontanee da parte del bambino (per approfondire cosa fare con i bimbi più grandi clicca qui). Per imparare dal vivo come far fare le immersioni vi consigliamo il nostro corso di formazione primo livello nuoto baby 0-3 anni, aperto sia ad istruttori nuoto che genitori.

  1. Fare il gioco del vento: inserisco tutti i passaggi tali per cui il bambino quando sta per immergersi sia già in apnea. Affinché ciò avvenga è necessario inserire un piccolo sali-scendi e soffiare a livello bocca-naso del bambino. Come reazione automatica involontaria il bambino chiuderà l’epiglottide, il segnale che ciò sia avvenuto è che il bambino chiuderà un attimo gli occhi dopo il soffio. Durante il gioco del vento non si immerge il bambino in acqua, ma si sperimenta semplicemente il movimento.
  2. Ripetere il gioco del vento ma immergendo il bambino
  3. Aumentare il tempo e la distanza in cui il bambino rimane in apnea
  4. Togliere il soffio
  5. Lasciare il bambino per qualche secondo sott’acqua staccando le mani
  6. Inserire le immersioni consecutive
  7. Proporre tutte le immersioni anche verso il bordo o maniglione in modo tale che il bambino provi ad aggrapparsi da solo appena fuoriesce dall’acqua (fondamentale per la prevenzione dell’annegamento)

Ultimi accorgimenti per far amare l’acqua

Durante una lezione consigliamo di non superare le tre immersioni quando vengono fatte dal genitore o dall’insegnante. Viceversa dall’anno in poi, quando è il bambino a scegliere di immergersi spontaneamente, questo limite non esiste più in quanto è una libera scelta del bambino quella di andare sott’acqua. Per i bambini sopra l’anno di età vi consigliamo questo articolo sulle strategie per favorire questa scelta.

Iniziare un corso a quattro mesi con i bambini è sicuramente il momento ideale affinché un bambino accetti di immergersi sott’acqua, se le immersioni vengono proposte in modo giocoso e con tanto di gratificazioni da parte del genitore. I bambini a questa età vengono contagiati dall’emozione del genitore, per cui è importante che il genitore sia rilassato e tranquillo, senza ansie, quando le propone. Anzi, quello che è da trasmettere al bambino è che fare le immersioni è divertente (attraverso il tono di voce e l’espressione del viso) e che grazie ad essa si raggiunge un giochino bellissimo!

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